Eccezionale ritrovamento durante lo scavo di Palazzo Maria Theresa

La chiamano “attività di tutela preventiva”. In pratica, durante gli scavi in zone archeologicamente sensibili, come il centro della città di Trento, l’Ufficio beni archeologici dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento impone la presenza di un archeologo per verificare che non vengano ignorati eventuali ritrovamenti. Chissà se il professionista che assisteva i nostri collaboratori ha compreso subito cosa sarebbe emerso, quando fra i materiali asportati per fare spazio ai garage di Palazzo Maria Theresa sono sbucati i primi reperti.

Già, perché si tratta di una scoperta straordinariamente rilevante: fino ad oggi, abbiamo sempre parlato di Trento come città romana, ma oggi appare con dirompente evidenza come possiamo andare molto più indietro negli anni. La necropoli che sta venendo alla luce risale all’età del Ferro, è venuta alla luce circa 8 metri sotto terra e fino ad ora ha fatto emergere oltre 200 urne, complete di prestigiosi corredi.

Un simile ritrovamento in centro città è una vera rarità per l’arco alpino e gli archeologi da un lato stanno lavorando alacremente per portare alla luce più reperti possibile, dall’altra per ricostruire gli usi e costumi delle popolazioni che popolavano questo contesto. Le deposizioni sono davvero prestigiose, corredate di numerose steli e monili, il che fa pensare ad un’élite.

Per ricostruire tutto al meglio, è stata costituita un’equipe di ricerca interdisciplinare, composta da enti e specialisti di istituzioni italiane e straniere.

Bello ma…. i garage?

Naturalmente, il ritrovamento ci ha imposto di rivedere in parte i nostri piani di sviluppo dell’immobile. Le autorimesse erano previste esattamente nell’area dello scavo archeologico, ma abbiamo individuato un’area attigua, sempre con ingresso da via Madruzzo.

 

 

 

 

 

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