Legge Gilmozzi: al via i controlli per contrastare l’abusivismo

La Legge provinciale 16/2005, nota come Legge Gilmozzi, è una normativa nata per contrastare il consumo di suolo legato alla realizzazione di seconde case nei comuni trentini a vocazione turistica. Applaudita da molti e contrastata da altrettanti, nel tempo ha subito alcune modifiche, introducendo ad esempio la possibilità di cambio di destinazione d’uso da edifici esistenti, a condizione che gli stessi venissero riqualificati dal punto di vista architettonico ed energetico.

Ad Arco i primi controlli

Nonostante queste aperture, sono sempre più diffusi i casi di abusivismo, in alcune aree in particolare, dove numerose le abitazioni palesemente utilizzate a scopo turistico risultano accatastate come prima casa. Questo ha innescato una vera e propria emergenza, soprattutto nella Busa del Garda, dove i residenti – principalmente giovani e lavoratori – faticano a trovare soluzioni abitative stabili proprio perché gli immobili esistenti sono utilizzati solo pochi mesi all’anno dai turisti.

Ad esempio, la neo insediata giunta di Arco che di questo tema ha fatto un cavallo di battaglia, ha dato il la e non si esclude che qualcun altro ne segua l’esempio.

In questa fase, si è partiti con la verifica più semplice: incrociare la corrispondenza fra gli alloggi assegnatari del codice CIPAT (Codice univoco che identifica ogni alloggio turistico in Trentino e va obbligatoriamente dichiarato in fase di promozione e commercializzazione dell’alloggio) e la classificazione degli stessi presso il tavolare. In caso di mancata corrispondenza, si procederà a controlli porta a porta per verificare che le residenze ordinarie siano effettivamente utilizzate come tali.

Le sanzioni previste

La violazione del vincolo di residenza ordinaria è tutt’altro che irrilevante: si rischiano sanzioni fino a € 15.000, oltre all’obbligo di regolarizzare la destinazione d’uso dell’immobile.